Come lavorare da remoto al Sud: 3 modi concreti + esempi di aziende full remote
Vuoi lavorare da remoto vivendo al Sud Italia? Scopri tre modalità pratiche per farlo e aziende italiane che già assumono 100% da remoto.
23 settembre 2025
Immagina di svegliarti in una città del Sud, tra il profumo del mare o la quiete dei borghi, e iniziare la tua giornata lavorativa aprendo il portatile. Non serve trasferirsi al Nord o emigrare: oggi il lavoro remoto è una scelta che permette di costruire una carriera senza lasciare il Sud.
Oggi parliamo di 3 modi pratici e poco scontati per lavorare da remoto vivendo al Sud, con esempi reali di aziende che già assumono in full remote.
3 modi per lavorare da remoto vivendo al Sud
1. Candidarsi in aziende 100% remote
Non basta cercare “remote” su LinkedIn e sperare. Ecco cosa fare in modo operativo:
Filtra per keyword in italiano e inglese: cerca “remote”, “full remote”, “da remoto” e “smart working” perché ogni azienda usa termini diversi.
Attiva alert giornalieri su LinkedIn, Indeed e Lavoroalsud.it per ricevere subito le nuove offerte e candidarti tra i primi (statisticamente chi invia la candidatura nelle prime 24h ha più possibilità di essere notato).
Personalizza il CV per il lavoro remoto: evidenzia competenze digitali (Slack, Notion, Zoom, Trello) e scrivi esempi pratici di come hai lavorato a distanza (es. “Gestito progetto marketing con team distribuito in 3 città”).
💡 Pro tip: molte aziende 100% remote italiane (come Bending Spoons o Docebo) valutano anche la tua capacità di comunicare in inglese. Se non lo usi da tempo, investi un’ora a settimana su piattaforme come Italki o Cambly per arrivare preparato ai colloqui.
2. Trasformare competenze chiave in consulenza o freelance
Il mercato freelance oggi non si limita a grafici e programmatori: qualsiasi competenza può essere resa “vendibile” da remoto. Come fare:
Definisci 1 servizio chiaro: non proporre “un po’ di tutto”, ma un pacchetto preciso (es. “Setup contabilità digitale per piccole imprese” o “Campagne Meta Ads per ristoranti”).
Crea un portfolio visibile: usa LinkedIn e un semplice sito in WordPress o Notion per mostrare progetti, risultati, testimonianze.
Trova clienti al Sud e fuori: inizia proponendo i tuoi servizi a PMI locali che vogliono digitalizzarsi (tante realtà al Sud hanno bisogno di siti, social e procedure online). Poi scala su piattaforme come Upwork e Fiverr per clienti esteri.
Gestisci la tua attività come un’azienda: apri partita IVA in regime forfettario (se sei all’inizio) e stabilisci processi chiari (contratti, fatture, scadenze). Questo aumenta la percezione di professionalità.
💡 Pro tip: i freelance che fissano pacchetti con prezzi chiari (“Gestione Instagram: 350€/mese”) chiudono più contratti di chi manda preventivi variabili.
3. Fare South Working con aziende ibride
Molte aziende italiane non sono nate remote, ma oggi permettono di lavorare al Sud quasi sempre da casa. Per sfruttare questa opportunità:
Individua le aziende che hanno già adottato modelli flessibili: grandi banche, società di consulenza e multinazionali con sedi in più città.
Studia le policy HR: prima di candidarti, verifica su Glassdoor, LinkedIn o forum aziendali se davvero offrono smart working stabile.
Mostra di saper lavorare in autonomia: durante i colloqui sottolinea come organizzi il tuo tempo e quali strumenti usi per tenere traccia di attività e consegne.
Chiedi esplicitamente la modalità di lavoro: non dare per scontato che “ibrido” significhi libertà totale. Spesso puoi contrattare: “Io vivo in Puglia, sono disponibile a 1 giorno al mese in sede, il resto da remoto”.
💡 Pro tip: prepara un “kit da remoto” da mostrare già in fase di selezione: spiega che hai fibra stabile, webcam HD, microfono professionale e uno spazio di lavoro silenzioso. Questo ti rende molto più credibile di chi dice solo “sì, posso lavorare da casa”.
Aziende italiane che assumono 100% da remoto
Se pensi che il full remote sia solo una chimera, ecco tre esempi di aziende italiane che già assumono persone senza chiedere presenza in ufficio:
Bending Spoons – la tech company milanese creatrice di app globali, da anni adotta una politica di full remote e seleziona talenti in tutta Italia.
Docebo – multinazionale nata in Italia che sviluppa piattaforme e-learning, con posizioni 100% remote in diverse aree, dal marketing al software engineering.
Everli – scaleup italiana della spesa online, che offre diversi ruoli corporate completamente da remoto, dall’analisi dati al customer success.
A queste realtà si affiancano anche diverse PMI e startup del Sud che, pur non essendo ancora famose, hanno già introdotto il lavoro totalmente a distanza in settori come il customer care, il marketing digitale e lo sviluppo software.
Consigli personalizzati per candidarsi al meglio
Per distinguerti in un mercato remoto competitivo, ti consiglio tre mosse strategiche:
Mostra il tuo "setup": non limitarti a dire che hai una buona connessione. Documenta con foto o dettagli il tuo spazio di lavoro per dare un’immagine di affidabilità.
Evidenzia esperienze fullremote passate: anche piccoli progetti freelance contano, se dimostrano che sai lavorare a distanza con serietà.
Comunica in modo asincrono e organizzato: le aziende amano candidati che usano strumenti digitali con disinvoltura e rispettano tempi e scadenze senza bisogno di supervisione continua.
Il lavoro da remoto non è solo un sogno, ma un ponte concreto per restare al Sud senza rinunciare alla carriera. Esistono aziende italiane di livello internazionale che già assumono in full remote, e ci sono strategie pratiche per rendersi competitivi in questo mercato.
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