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5 cose su cui puoi mentire bene durante un colloquio (senza passare per bugiardo)

No, non ti stiamo suggerendo di inventarti una laurea a Harvard. Ma in un colloquio, saper rispondere in modo intelligente a certe domande trabocchetto è fondamentale. Ecco come “mentire bene” — cioè raccontare la verità, ma nel modo giusto.

2025-06-30

1. “Qual è la tua più grande debolezza?”

La domanda più temuta. Quella che ti fa sudare le mani e pensare: “E mo’ che dico?”

❌ Sbagliatissimo rispondere con:

“Sono pessimo nella comunicazione.”
“Non ho punti deboli.” (spoiler: nessuno ci crede)

✅ Meglio dire qualcosa tipo:

“A volte tendo a essere troppo meticoloso e mi perdo nei dettagli, ma ci sto lavorando con tecniche di time-blocking e revisione rapida del lavoro.”

La chiave?
Parla di un difetto non critico per il ruolo e mostra che hai già messo in atto una strategia per migliorarti.
Così, da “debolezza” diventa una prova di consapevolezza e crescita personale.

2. “Perché hai lasciato il tuo ultimo lavoro?”

Qui scatta la voglia di sfogarsi. E invece… autocontrollo.

❌ NON dire mai:

“Il mio capo era un tiranno.”
“Non mi davano quello che meritavo.”

Anche se è vero, nessun recruiter vuole assumere una bomba pronta a esplodere.

✅ Prova invece con:

“Ero alla ricerca di un contesto dove potermi mettere in gioco di più e sviluppare competenze che nel mio precedente ruolo erano difficili da coltivare.”

Tradotto:
Fai passare il messaggio che sei motivato a crescere, non che sei scappato a gambe levate.

3. “Dove ti vedi tra 5 anni?”

Qui metà dei candidati risponde:

“Boh.”
Oppure, versione lecchina:
“In questa azienda, ovviamente!”

Entrambe le risposte suonano poco credibili.

✅ Risposta che funziona:

“Tra 5 anni mi vedo a guidare progetti nell’area [X], contribuendo all’innovazione aziendale e sviluppando una leadership consapevole e collaborativa.”

Pro tip:
Non devi avere un piano decennale. Ma mostra che hai visione, ambizione e desiderio di portare valore.

4. “Perché c’è un vuoto nel tuo curriculum?”

Questa è la domanda che ti fa desiderare di sparire sotto il tavolo.

❌ Risposte da evitare:

“Non mi ha assunto nessuno.”
“Ero sul divano a scrollare TikTok.”

✅ Trasforma il buco in valore:

“Durante quel periodo ho seguito corsi di aggiornamento in [X], che mi hanno aiutato a rafforzare le mie competenze in [Y] e a focalizzarmi meglio su cosa cercare in un lavoro.”

Anche se hai avuto un periodo fermo, spiega come lo hai usato per riposizionarti o migliorarti. Tutti hanno momenti di pausa: chi sa valorizzarli ha una marcia in più.

5. “Hai hobby o interessi?”

La domanda finale, che sembra innocua. E invece è una trappola travestita da chiacchiera da caffè.

❌ Risposte killer:

“Nessuno.”
“Netflix e basta.”

✅ Ecco cosa dire:

“Amo la fotografia naturalistica. Mi aiuta ad allenare l’osservazione, la pazienza e lo sguardo critico — qualità che trovo utili anche nel lavoro di analisi dati.”

Gli hobby parlano di chi sei davvero. Usali per far emergere lati del tuo carattere che si collegano alla cultura aziendale o al ruolo.

Conclusione: mentire? No. Saper raccontarti? Sì.

Quando parliamo di “mentire” in questo contesto, non intendiamo inventare. Intendiamo riorganizzare la verità in modo strategico, mettendo in luce le tue potenzialità, non le tue fragilità.

Il colloquio non è un tribunale. È un’occasione per raccontare chi sei oggi, ma soprattutto chi stai diventando.

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